Nella stessa settimana in cui Zaif, uno scambio cripto in Giappone, è stato violato, perdendo quasi 60 milioni di dollari in fondi utente, l'Agenzia Nazionale di Polizia ha annunciato che 60.503 miliardi di yen (540 milioni di dollari) di cripto sono stati rubati in Giappone durante i primi sei mesi del 2018.
Secondo un rapporto di Asahi Shumbun , nel peggiore dei casi, a gennaio, ha sottratto 58 miliardi di yen dal cambio criptovaluta Coincheck. I restanti 2,5 miliardi di yen non hanno riguardato scambi, ma soprattutto l'accesso illegale ai singoli conti di criptovaluta.
Il numero di incidenti segnalati è stato di 158, triplicando la cifra per lo stesso periodo del 2017. I sequestri totali hanno superato di gran lunga quello dell'anno scorso, quando circa 662,4 milioni di yen sono stati rubati su Internet in 149 casi.
Più del 60% di tutti i casi, o 102 incidenti, hanno coinvolto individui che hanno utilizzato lo stesso ID e password per il proprio account di posta elettronica e altri servizi Internet, come lo shopping online, per le transazioni di criptovalute.
Le criptovalute più mirate sono state Bitcoin, dove l'equivalente di 860 milioni di yen è stato sequestrato in 94 casi, e Ripple, che ha coinvolto 1,52 miliardi di yen in 42 casi. Le perdite nella criptovaluta NEM, che era al centro del caso Coincheck, e in altre criptovalute, sono ammontate a 58,062 miliardi di yen in 36 casi. Ci sono stati 14 casi di furto di criptovaluta Ethereum, con perdite di circa 61 milioni di yen.
Il regolatore finanziario giapponese, la Financial Services Agency (FSA), ha dichiarato che vorrebbe che l'industria delle criptovalute crescesse «sotto una regolamentazione adeguata».
In una recente intervista con Reuters, il commissario FSA Toshihide Endo ha affermato che il regolatore non aveva intenzione di frenare eccessivamente l'industria della crittografia. Invece cercava di trovare un equilibrio tra la tutela dei consumatori e la promozione dell'innovazione tecnologica.
L'anno scorso, il Giappone è diventato il primo paese a regolamentare gli scambi di criptovalute. La FSA ha iniziato a frenare il settore a seguito del sopracitato furto da Coincheck, con sede a Tokyo, a gennaio.
Una serie di ispezioni FSA ha scoperto una cattiva gestione e una mancanza di controlli interni di base in diversi scambi. Di conseguenza, alcuni scambi sono stati ordinati di sospendere temporaneamente le operazioni.
Si ritiene inoltre che la FSA stia perfezionando il proprio quadro normativo in materia di scambi di criptovalute, al fine di rafforzare la protezione dei consumatori e migliorare la sicurezza degli asset degli investitori. Secondo la pubblicazione locale Sankei, gli attuali meccanismi di tutela dei consumatori previsti dal Payment Services Act sono insufficienti.
La revisione potrebbe vedere le borse crittografiche essere introdotte nel regno del Financial Instruments and Exchange Act giapponese, che richiede alle società di valori mobiliari tradizionali e alle azioni di intermediazione di gestire i fondi dei clienti e i titoli separatamente dalle attività aziendali. Questo cambiamento potrebbe portare a classificare le criptovalute come un prodotto finanziario, dando loro un'esposizione ai principali mercati finanziari.
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