Mario Draghi: la BCE non prepara la moneta digitale man mano che cresce la domanda di cassa

La Banca centrale europea (BCE) non emetterà presto la propria moneta digitale, ha dichiarato al Parlamento europeo questa settimana il Presidente Mario Draghi.

Tuttavia, Draghi, rispondendo a un'interrogazione dell'eurodeputato Jonás Fernández, ha rivelato che la BCE sta analizzando attentamente le potenziali conseguenze di una simile mossa a integrazione del contante.

«A questo proposito, seguiamo da vicino le attività di altre banche centrali e collaboriamo con la comunità delle banche centrali nel contesto di organismi di normalizzazione come il Comitato per i pagamenti e le infrastrutture di mercato (CPMI)», ha affermato. «Le nostre analisi considerano più in generale le implicazioni per la trasmissione della politica monetaria, dei sistemi di pagamento, della stabilità finanziaria e dell'economia».

Costi e benefici

Dal punto di vista economico, ha aggiunto, l'introduzione di una moneta digitale della banca centrale potrebbe potenzialmente generare sia costi che benefici. In linea di principio, una moneta digitale della banca centrale potrebbe soddisfare le esigenze sia di sicurezza che di digitalizzazione dell'economia. Potrebbe inoltre consentire alla politica monetaria di raggiungere più direttamente una gamma più ampia di attori economici.

Allo stesso tempo, fornendo potenzialmente un'alternativa ad alcuni tipi di depositi bancari, una moneta digitale della banca centrale potrebbe avere implicazioni per il grado di intermediazione e leva finanziaria nel sistema bancario, che è importante per il ruolo delle banche nel finanziamento dell'economia reale.

I costi e i benefici effettivi dipenderebbero in ultima analisi dalle caratteristiche specifiche di una versione digitale della moneta di banca centrale. Lo stesso vale per le possibili implicazioni giuridiche.

Vi sono diversi motivi per cui la BCE non considera l'emissione di una moneta digitale della banca centrale un'opzione concreta per il prossimo futuro. In primo luogo, le tecnologie che potrebbero essere sfruttate a tal fine, come i registri distribuiti, non sono ancora state accuratamente testate e richiedono un ulteriore sviluppo sostanziale prima di poter essere utilizzate in un contesto di banca centrale.

Per quanto riguarda la banca centrale che gestisce conti individuali per famiglie e società, ciò implicherebbe che la banca centrale entrerebbe in concorrenza per i depositi al dettaglio con il settore bancario e comporterebbe costi e rischi operativi potenzialmente rilevanti.

Inoltre, le attuali condizioni non indicano la necessità concreta di emettere una moneta digitale della banca centrale nell'area dell'euro. Draghi ha concluso: «La domanda di banconote in euro continua a crescere e il contante rimane un mezzo di pagamento popolare. Inoltre, esiste una gamma crescente di opzioni per i pagamenti digitali che consentono di completare le operazioni non in contanti quasi immediatamente quanto le operazioni in contanti».

«Questo sviluppo sarà ulteriormente supportato dal servizio TARGET Instant Payment Settlement (TIPS), che, a partire da novembre 2018, consentirà di regolare i pagamenti in moneta di banca centrale 24/7 su base paneuropea».

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