Soluna Technologies, con sede a New York, inizierà la costruzione all'inizio della prossima settimana della prima infrastruttura blockchain al mondo, alimentata dalle sue risorse private di energia rinnovabile in Marocco.
Il progetto da 2,5 miliardi di dollari coprirà 37.000 acri a Dakhla, una delle regioni più vane del mondo, e consentirà all'azienda di possedere risorse energetiche sostenibili insieme a un sistema di calcolo blockchain su scala di utilità.
La prima tappa costa 100 milioni di dollari
Soluna prevede di finanziare la prima fase del progetto con 100 milioni di dollari e prevede che sarà operativo nel 2020, generando circa 36 megawatt di potenza. Una volta completato, la centrale elettrica di Soluna genererà 900 megawatt. L'azienda mira a fornire a basso costo (circa $30 per megawatt-ora) per il blockchain computing.
L'azienda dovrà dipendere da un datacenter co-localizzato per la potenza di calcolo perché la posizione attualmente non dispone di connessione alla rete. Tuttavia, i dirigenti di Soluna credono che riusciranno a raggiungere questo obiettivo entro i prossimi cinque anni. Sono anche fiduciosi di trovare investitori disposti a scommettere sul progetto a causa della sua energia a basso costo.
Con venti in media di 22 km/h, il parco eolico di Soluna - ritenuto il più grande impianto off-grid in Marocco e potenzialmente nel mondo - potrebbe funzionare con un fattore di capacità superiore al 50%.
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Un milione di terrazze
Una volta pienamente operativo, il parco eolico di Soluna dovrebbe essere in grado di supportare quattro milioni di terahash di capacità di calcolo, afferma John Belizaire, CEO.
La struttura non sarà utilizzata per le transazioni di criptovalute, aggiunge. Il governo marocchino è contrario, riferisce Reuters. Invece, la società fornirà servizi informatici alle reti blockchain che offrono capacità di calcolo a entità estere in cambio di valuta estera.
L'azienda, fondata nel 2018 con la missione di alimentare la blockchain-economy con energia rinnovabile pulita e a basso costo, ha un altro ostacolo da superare: garantire agli investitori la sicurezza presso la struttura.
Chi gestisce Dakhla?
Dakhla - una ex colonia spagnole, nota come Villa Cisneros - è la capitale della regione amministrativa marocchina di Dakhla-Oued Ed-Dahab, rivendicata insieme al resto del Sahara occidentale da un movimento nazionalista chiamato Fronte Polisario. Il fronte rappresenta una comunità conosciuta come il Sahrawi.
I saharawi e i marocchini hanno attualmente una tregua instabile che è stata negoziata nel 1991 dalle Nazioni Unite. Ciò significa che il controllo del governo marocchino sulla regione è ancora in discussione.
I diritti del Sahrawi
Soluna affronta le accuse di un'organizzazione non governativa chiamata Western Sahara Resource Watch, secondo cui il progetto viola i diritti del popolo saharawi.
«Soluna è «pienamente consapevole delle sensibilità politiche della regione», afferma il Belizaire. «I nostri investimenti in Dakhla rispettano pienamente i quadri giuridici che riguardano lo sviluppo energetico».
Soluna intende destinare l'1% delle sue entrate a programmi che forniscono benefici significativi alla popolazione locale, conclude.
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